• Policleto
  • Copia in marmo del I secolo d.C.
  • Originale in bronzo (430 a.C.)
  • 202 cm
  • Musei Capitolini – Roma

La scultura dell’Amazzone ferita è collocata in un età greca chiamata classica, epoca che ebbe inizio attorno il 461 a.C. e terminò nel 429 a.C., età in cui Pericle governò Atene per circa 30 anni. In questo periodo la civiltà greca si basa su dei princìpi che sono tenuti molto in considerazione: il senso della misura, dell’equilibrio e della fiducia nella ragione. L’età classica sta a delineare ciò che è eccellente; essa, infatti, fa notare le caratteristiche dello stile che appunto riguardano la perfezione, l’armonia ed l’equilibrio formale.

La produzione artistica classica è divisa in 3 fasi:

  1. Stile Severo, passaggio dall’arcaismo all’arte classica vera e propria, scomparsa del ”sorriso arcaico”;
  2. Età Classica piena, età di Pericle nell’era in cui Atene raggiunge la sommità della propria egemonia nel mondo greco;
  3. Tardo Classicismo, momento che va dallo scoppio della guerra del Peloponneso, 431 a.C., alla battaglia di Cheronea, 338 a.C.


L’ amazzone ferita è collocata nell’età classica piena, ed è una delle statue scolpite da Policleto, artista che introdusse un canone per la rappresentazione del corpo umano. Questo canone stabilisce che per ottenere una figura umana perfetta, la testa deve stare 8 volte nell’altezza corpo, se non fosse così la raffigurazione non sarebbe perfetta. Egli parte da un’osservazione del reale, ossia la riproduzione di una bellezza ideale, dove si possono vedere tutti i princìpi della civiltà greca. Inizialmente si dedicava all’aspetto fisico maschile, ovvero uomini che praticavano atletica e partecipavano ai giochi olimpici, però successivamente cominciò a presentare anche delle figure femminili, difatti una delle prime sculture di donne fu proprio ”l’Amazzone ferita”.

Nella scultura è raffigurata una guerriera, una giovane amazzone appoggiata ad un sostegno mentre presenta la ferita sul fianco destro, in più viene presentata nell’atto in cui cerca di strapparsi le vesti per alleviare il dolore della sua lesione; al collo è appesa una tunica che scende lungo il corpo, il braccio destro doveva essere poggiato alla lancia per alleggerire il peso del corpo; si puó notare che sul lato sinistro della figura la veste è più raccolta, mentre sul lato destro, nel quale si incentra maggiormente, è più morbida. La statua riflette il chiasmo di Policleto, alla gamba sinistra tesa corrisponde la destra flessa, al braccio sinistro reclinato, il braccio destro sollevato. In questo modo l’equilibrio tra le varie parti del corpo è perfetto e la postura appare armonica, sciolta e naturale.

                                                               Sara Mundo