• Fidia
  • 450-440 a.C.
  • 209 cm
  • Marmo (copia romana da originale in bronzo)
  • Dresda – Staatliche Kunstammlungen Dresden.

Questa statua raffigurante Atena, fu commissionata a Fidia dai colonizzatori ateniesi giunti sull’isola di Lemno, dalla quale la statua eredita il nome di “Lemnia”. Originariamente collocata su un piedistallo sull’acropoli di Atene, serviva agli abitanti per garantirsi la protezione della dea. Atena in questa statua non è raffigurata come di convenzione, con l’elmo, simbolo della guerra, solitamente indossato dalla dea, protettrice degli eroi positivi, delle donne industriose e degli artigiani; la dea è con il capo scoperto in atteggiamento pacifico e di riposo, l’espressione serena allo stesso tempo comunica una riservatezza che ne stempera la condizione guerriera.

La dea indossa un peplo, la tipica veste femminile greca di lana, lunga fino ai piedi e stretta alla vita da una cintura di serpenti arrotolati. Alla spalla tiene legata a tracolla l’egida, la pelle di capra con sopra la testa di Medusa o gorgone che solitamente porta al petto.La figura si appoggia sulla gamba destra, mentre la sinistra è flessa. Originariamente il braccio sinistro alzato teneva una lancia mentre il destro reggeva un elmo corinzio; ciò caratterizza ancor di più la non canonicità della scultura poiché Atena era solita essere rappresentata con un elmo attico.

In questa raffigurazione la dea rinuncia allo scudo e l’elmo non copre il volto, la sua indole da guerriera lascia posto ad una rappresentazione più umana.
L’Atena Lemnia diventò il simbolo della supremazia del pensiero, della potenza e del predominio del popolo ateniese. La statua godette di una grande fama nell’antichità e continuò ad essere ammirata per la sua novità iconografica e per la sua bellezza.

Era considerata “la più bella statua di Fidia”, così come viene definita dal generale spartano Pausania in un documento. L’opera non è giunta fino a noi ma l’autore della copia è riuscito a riprodurre la concezione e l’idea dell’opera originale, utilizzando il marmo pantelico al posto del bronzo della statua originaria. Alcune parti delle copie sono state assemblate dallo scultore tedesco Adolf Furtwangler che ha cercato di creare la copia più corrispondente a quella di Fidia.

Grazie ad alcune replcihe di epoca romana, che riproducono soprattutto la testa,  è stato possibile ricostruire l’intero aspetto della scultura. La migliore copia per accuratezza e aderente fedeltà all’originale, attribuita a uno scultore di età augustea, è certamente quella conservata al Museo Civico Archeologico di Bologna, che l’artista e collezionista bolognese Palagio Pelagi, acquistò nel 1829 dall’antiquario veneziano Antonio Sanquirico.

Ester Ferrari, Caterina Neri.