La Basilica di Sant’Ambrogio, tra le più antiche sul territorio milanese, è uno degli esempi più importanti e caratteristici del Romanico in Italia, nonché la seconda chiesa più conosciuta del territorio lombardo dopo il Duomo. La costruzione dell’intero complesso avvenne tra il 379 e il 386, quando durante il suo episcopato, Sant’Ambrogio dedicò la basilica ai martiri cristiani in memoria dei quali lo stesso edificio venne successivamente denominato “Basilica Martyrum”. La chiesa ha poi acquisito l’attuale aspetto alla fine del 1099, quando venne completamente restaurata seguendo gli impulsi dell’architettura romanica.

Per la costruzione dell’intero edificio vennero usati materiali molto poveri: principalmente mattoni, pietra e intonaco bianco. La Basilica, presenta una semplice pianta rettangolare, formata da una navata centrale la quale è ripartita in quattro campate dove tre di esse presentano una volta a crociera costolonata mentre l’ultima è coperta da una cupola. Si trovano poi due navate laterali, ognuna delle quali è composta da otto campate minori. Le navate terminano con tre absidi, quella maggiore al centro e quelle di ampiezza minore poste invece lateralmente. Antistante alla Basilica si trova il quadriportico, un cortile esterno il cui perimetro, sormontato da portici, ha le stesse dimensioni del corpo principale della Chiesa. Questo luogo aveva una duplice funzione: la prima era quella di luogo di preghiera, purificazione prima di accedere nel cuore vero e proprio dell’edificio e la seconda era una funzione civile, ove si svolgevano la maggior parte delle manifestazioni comunali. La Basilica è collegata direttamente al quadriportico grazie alla presenza della facciata a capanna che a sua volta è formata da due logge poste una sopra l’altra. Quella superiore è formata da 5 arcate che si differenziano per altezze diverse; mentre quella inferiore è formata da 3 arcate che unendosi con il portico costituiscono una struttura singola. Ai lati della Chiesa si trovano due campanili di differenti periodi storici: quello di destra risale all’ VIII secolo e quello a sinistra venne costruito tra la fine dell’ XI e XII secolo. Il campanile di destra possiede l’aspetto tipico delle torri difensive, mentre quello collocato sulla sinistra è stato edificato dallo stesso architetto della basilica, in quanto riprende in verticale le stesse idee su cui è stato costruito il quadriportico. Giungendo poi all’interno dell’edificio, che può essere definito un grande magazzino in cui si possono riscontrare la maggior parte delle caratteristiche degli edifici costruiti in territorio francese, risulta evidente l’uso delle volte a crociera a costoloni, dove ogni singolo elemento confluisce in una singola struttura portante definita rigorosamente in ogni minimo dettaglio. In generale, ogni arco poggia direttamente su un semipilastro o semicolonna, poi raggruppati a fascio nel pilastro portante. Le volte delle navate laterali, poggiano direttamente su strutture portanti minori e sorreggono i matronei, che occupano tutto lo spazio disponibile per il cleristorio (livello più alto della navata in una basilica romana).

All’interno della Basilica caratteristico è il mosaico presente nell’abside centrale, realizzato tra il V e il  IX secolo e più volte restaurato a causa dei danni subiti durante la Seconda Guerra Mondiale. La scena si articola su un grande fondo dorato: seduto al centro si trova Cristo. Rivolti poi verso Gesù si trovano i due santi Gervasio e Protaso sopra i quali volano gli arcangeli Michele e Gabriele. All’estremità è narrato un episodio della vita di Sant’Ambrogio. L’intera opera è stata denominata “Visione di Sant’Ambrogio”, in quanto secondo la tradizione il patrono della chiesa vide in sogno i funerali di San Martino a Tours. La leggenda racconta infatti come il Santo fosse miracolosamente sia a Milano e sia a Tours per la celebrazione dei funerali. Infine altro elemento di particolare rilevanza è l’altare d’oro realizzato dai Carolingi (824- 859). Si tratta di alcune lastre metalliche decorate con smalti e pietre incastonate, che raffigurano Sant’Ambrogio nell’atto di incoronare Angiliberto II, committente dell’intera opera. Inizialmente era proprio l’altare a contenere i resti del santo che invece oggi sono conservati nella cripta. Quest’ultima venne costruita nel X secolo durante i lavori di restauro dell’area absidale per accogliere le reliquie dei santi Ambrogio, Gervaso e Protaso che ancora oggi sono venerati. Tuttavia, in seguito alla morte di Ambrogio, i resti andarono persi per oltre un secolo, quando vennero ritrovati dall’arcivescovo Angilberto II che decise di radunare le reliquie in un solo sarcofago di porfido. L’aspetto attuale della cripta è dovuto agli interventi effettuati durante il XVIII secolo da parte del vescovo Benedetto Erba e alle modifiche apportate nell’Ottocento in seguito al ritrovamento dell’antico sarcofago e alla ricollocazione dei corpi dei tre santi.

Leonardo Torri

Approfondimenti

basilicasantambrogio.it