• Andrea Mantegna
  • 68 x 81cm
  • Tempera su tela
  • 1475-1478 circa
  • Pinacoteca di Brera – Milano

Andrea Mantegna è uno dei pittori più importanti del Rinascimento italiano, ed è colui che incarna al meglio la figura dell’artista di corte tipico di questo periodo storico. Ammirato dall’arte classica cerca di riprodurla nei suoi lavori in cui si possono notare anche le abilità prospettiche e la passione per i paesaggi.
Mantegna nasce nel 1431 da una famiglia di bassa estrazione sociale. Una decina di anni dopo viene adottato da Francesco Squarcione, proprietario di una bottega a Padova, luogo in cui avviene la formazione del giovane Andrea che diverrà il migliore tra gli allievi. Nel 1448 gli viene affidata la decorazione della Cappella Ovetari della chiesa degli Eremitani a Padova mentre nel 1457 riceve la commissione per il Polittico di san Zeno a Verona, una delle sue opere più rilevanti.

Nel 1457 Ludovico Gonzaga invita ufficialmente Mantegna nella sua corte a Mantova in qualità di pittore di famiglia. Tutti i componenti della corte che incontra durante la permanenza vengono ritratti nel suo capolavoro: la camera del Palazzo Ducale dipinta tra il 1465 e il 1474 e conosciuta come la Camera degli sposi. È in questo stesso periodo che Mantegna lavora al Cristo morto, grandiosa opera priva di datazione e provenienze certe; la tela fu trovata nello studio dell’artista dopo la sua morte, per questo alcuni esperti ipotizzano un uso privato del quadro, destinato probabilmente alla cappella funebre dello stesso Mantegna.
Rimasto di proprietà dei Gonzaga fino al 1627, il Cristo Morto viene acquistato a Roma da un pittore e infine ceduto nel 1824 all’Accademia di Brera a Milano. La tela rappresenta il corpo senza vita di Cristo nel momento successivo alla deposizione dalla croce. Il soggetto precedentemente trafitto dai chiodi è avvolto da un sudario, così stretto da mettere in risalto le forme del corpo, e si trova disteso su una lastra marmorea di colore rossastro. La scena ritrae il momento successivo alla preparazione per la sepoltura del Cristo come si può notare anche dalla presenza a destra del vaso per gli unguenti (utilizzati per cospargere il corpo così da togliere il cattivo odore tipico dei morti).

Questo schema compositivo si riferisce a quello del compianto che prevede la presenza dei dolenti riuniti attorno al defunto. A proposito dei personaggi in alto a sinistra è necessario spiegare la loro identità; la figura in primo piano più vicina allo spettatore è san Giovanni che sta piangendo tenendo le mani congiunte. Il soggetto retrostante è la Vergine Maria la quale si sta asciugando le lacrime utilizzando un fazzoletto. Nella penombra è appena visibile un altro volto, quello di Maria Maddalena. La drammaticità della scena viene accentuata anche dai particolari riferiti a queste tre figure: le rughe d’espressione, i segni del pianto visibili attraverso gli occhi arrossati, le bocche schiuse che rivelano grida di dolore. Per rendere ancora più realistica la scena, Mantegna decide di mettere fortemente in risalto le ferite del Cristo dovute ai chiodi della croce.
Ma ciò di cui fa quest’opera un capolavoro è  l’impressionante scorcio prospettico; l’artista infatti ritrae il corpo in posizione frontale e molto vicino al punto di vista dello spettatore, in questo modo il corpo risulta molto ridotto in altezza.

Per evitare il grottesco, dovuto al restringimento del corpo, adotta la tecnica delle proiezioni parallele. Tale metodo permette la riproduzione di un soggetto da una visione di profilo ad una visione di scorcio frontale, trasferendo le dimensioni su linee parallele. In questo modo il corpo risulta sproporzionato in quanto i piedi vengono rappresentati con misure maggiori rispetto a quelle del capo, anche le dimensioni del torace vengono volutamente esagerate in modo da creare una visione più naturale possibile. Un interessante effetto ottico riguarda il collo e il capo che appaiono quasi “staccati” dal resto del corpo, tanto che alcuni studiosi hanno scoperto un possibile significato nascosto. Questo dettaglio infatti potrebbe simboleggiare la doppia natura di Cristo, una umana e una divina. Anche se è indispensabile sottolineare che tale significato non sia stato accertato ma si tratta quindi di una pura ipotesi.

Ilaria Govoni