• Gian Lorenzo Bernini
  • 1623 – 1624
  • Marmo
  • 170 cm
  • Roma – Galleria Borghese

David è un’opera scultorea alta 170 centimetri, realizzata tra il 1623 e il 1624 dalla mano dell’architetto, pittore e scultore Gian Lorenzo Bernini, conservata oggi a Roma nella Galleria Borghese. La statua fu commissionata dal cardinale Scipione Borghese, al fine di destinarla alla decorazione dell’omonima Villa romana posta sul colle Pincio, oggi sede della Galleria Borghese. L’opera scultorea realizzata da Bernini a soli 25 anni, testimonia la sua eccezionale abilità che lo ha contraddistinto da molti altri artisti del suo tempo. Essa fa parte del cosiddetto periodo di formazione, avvenuto sotto le direttive del padre, Pietro Bernini, durante il quale il giovane scultore prese come riferimento la statuaria classica e  la pittura contemporanea seicentesca. Borghese fu tra i suoi mecenati il più importante e per lui realizzò quattro gruppi mitologici: David, Apollo e Dafne, Ratto di Proserpina, infine Enea, Anchise e Ascanio.

Il soggetto dell’opera viene ripreso dal mito biblico appartenente al secondo libro di Samuele che narra dello scontro fra il futuro re ebreo David e il filisteo Golia, precedentemente rappresentato anche da Donatello, Michelangelo Buonarroti e Andrea Verrocchio. I David rinascimentali, tuttavia, riproducevano i momenti successivi alla morte del nemico, raffigurando un eroe meditativo, disteso e soddisfatto del buon esito dell’impresa; Bernini rovesciò radicalmente l’iconografia tradizionale dell’eroe, lo raffigurò a grandezza naturale, in movimento, colto nell’attimo cruciale in cui stava per scagliare con tutta la sua forza la pietra contro un nemico “immaginario”, che prendeva consistenza in quel punto dello spazio in cui si concentrava lo sguardo attento dell’intraprendente giovane.

L’immagine di David che propone Bernini è quindi un’interpretazione nuova, più profana che religiosa. Rispetto all’eroe meditativo, che dominava gli eventi e guidava le sue azioni attraverso l’uso della ragione, come descritto dagli artisti rinascimentali sopra citati, ora il Bernini decide di rappresentarlo nel pieno dello sforzo fisico, tutto avvitato su di sé. David si lascia alle spalle il peso dell’armatura offerta dal re Saul e, munito di una fionda, affronta il gigante filisteo Golia con quel coraggio, quella forza e quella concezione perfettamente rappresentati dal Bernini nell’espressione del volto scolpito. È quasi come se l’ingombrante armatura, posta ai piedi dell’eroe, fungesse da perno nella torsione del corpo, riuscendo così a trasmettere all’osservatore azione, tensione e potenza.

Bernini coglie abilmente il momento decisivo, lasciando pregustare nell’opera la sconfitta del nemico, preannunciata dalla presenza ai piedi di David di una cetra con la quale il giovane certamente intonerà il suo canto di vittoria. Inoltre è significativo notare che lo strumento musicale termina con una testa d’aquila: chiaro riferimento alla casata Borghese. L’intonazione classicheggiante rappresenta perfettamente la passione nutrita dal cardinale Borghese per gli eroi dell’antichità, e il protagonista si pone come un’allegoria delle virtù eroiche, anziché identificarsi come soggetto biblico intento alla meditazione religiosa.

La grande attenzione ai particolari è dimostrata nella raffigurazione ai piedi del protagonista della corazza donata dal re Saul, che però David preferì non indossare poiché troppo pensate e ostacolo ai suoi movimenti. La figura esprime, nel suo dinamismo, una forte tensione, sembra protendersi fino a invadere lo spazio reale dell’osservatore. Girando attorno alla statua si scoprono dettagli sempre diversi: guardandola di lato l’eroe rivela una certa instabilità dovuta al caricamento della fionda, frontalmente invece la scena appare sospesa nell’attimo in cui David prende la mira prima di scagliare il sasso.

La scultura caratterizzata dalla linea a spirale e dal senso di energia, è posta in risalto con la luce proveniente dalle finestre. Questo gioco di luci e ombre deriva da un precedente studio di Bernini, relativo alla collocazione della statua e alle condizioni ambientali nella galleria, per evidenziare al meglio il movimento della figura nello spazio.

Martina Taglioli