• Mirone
  • 450 a.C.
  • 156 cm
  • Bronzo (originale), marmo (copia)
  • Roma – Museo Nazionale Palazzo Massimo

Mirone produsse una vasta quantità di statue in bronzo di atleti, deieroi ed animali, la sua opera più famosa è il Discobolo, una delle statue più conosciute al mondo. La creazione di questa scultura risale al 450 a.c. La statua originale era in bronzo ma oggi possiamo trovare diverse copie marmoree risalenti all’Arte Romana, una delle quali è custodita al Museo Nazionale di Roma. La statua rappresenta un atleta in movimento, colto nel momento preciso in cui sta per lanciare il disco, impugnato nella mano destra, il torso è piegato in avanti e ruota verso destra, come la testa, che è rivolta in direzione del braccio. Il braccio sinistro si appoggia sopra il ginocchio destro. La gamba destra è tesa con il piede che poggia completamente a terra. Mentre la gamba sinistra è arretrata e posa solo la punta del piede. Il volto è concentrato, anche se non mostra segni di sforzo. La composizione della figura presenta uno schema geometrico costituito da tre triangoli, formati da braccio, fianco e coscia destri e della gamba sinistra.

La scultura fu realizzata per essere vista di fronte, con il corpo disposto in un unico piano. Mirone eseguì una costruzione lineare e geometrica della statua, non prevedendo una visione laterale, inoltre il viso ovale e allungato, i capelli realizzati così nei dettagli, appartengono alla tradizione dello stile severo. La figura traccia con il suo movimento due archi, il primo percorre tutto il corpo e poggia sulla gamba destra, il secondo comincia dal disco, prosegue nelle due braccia fino al ginocchio e termina con la gamba sinistra indietro. Poiché il discobolo è colto nel momento di massima tensione muscolare, un attimo prima dello scatto, avrebbe creato un’immagine sbilanciata. Egli intende creare una sintesi tra il dinamismo dell’azione e la stasi dovuta alla geometria perfetta della figura in posa.

L’intero sforzo dell’azione è contenuto in un’armonia compositiva, con un equilibrio di masse, pesi, movimenti perfettamente bilanciati. La figura può essere scomposta in quattro triangoli sovrapposti ed il corpo non appare rigido o bloccato, ma sciolto. La perfezione dell’immagine si rifà a quella della performance sportiva. Quest’opera si distingue per diversi motivi, tra cui la difficoltà di sorprendere un lanciatore di disco dove si trovano forme, posizioni, movimenti ed equilibri così perfetti. Questa è la rappresentazione di “un attimo ideale”, basandosi sull’ordine razionale  e sulla purezza assoluta delle forme. La forma della testa non è molto coerente con il movimento che sta esercitando l’atleta e per questo Mirone ha alterato la “verità” del gesto atletico, con lo scopo di ottenere una costruzione più rigorosa e perfetta.

Chiara Fera, Sabattini Irene, Luca Palmieri, Sofia Venturi.