• Michelangelo Merisi da Caravaggio
  • 1593-1594
  • Olio su tela
  • 70 x 67 cm
  • Galleria Borghese – Roma

Il “Fanciullo con canestro di frutta” rappresenta una delle opere più importanti della produzione di Caravaggio. L’opera risale al primo periodo, il cosiddetto periodo romano, in cui il maestro si rivela fortemente disinteressato verso i temi storici, religiosi e mitologici; si dedica pertanto a una pittura più realistica e fedele alla vita. A Roma, dopo aver trascorso un breve periodo a lavorare per il prelato marchigiano Pandolfo Pucci, Caravaggio si sposta presso la bottega del Cavalier d’Arpino, dove viene impiegato a realizzare “fiori e frutti”. Lì probabilmente, nasce il suo interesse per le nature morte e per la realtà quotidiana e popolare. In questo quadro però, la natura morta non è rappresentata sola, come lo sarà ad esempio nell’opera “Canestro di frutta”: ora l’attenzione dello spettatore è richiamata anche dalla presenza della figura di un giovane ragazzo, ed è quindi evidente il legame che si stabilisce tra uomo e natura. Pare che il fanciullo ritratto sia il suo amico fidato Mario Minniti, e che l’ombra alle sue spalle sia quella del pittore al momento del ritratto. Alle spalle del ragazzo, la parete sembra creare uno spazio ristrettissimo, mosso da un una luce che proviene dall’angolo superiore sinistro che illumina il soggetto, il rigoglioso canestro di frutta, la manica della camicia, la sensuale spalla scoperta e il volto languido; la parte oscura, in contrasto, è al contrario data dai capelli neri e dall’ombra sullo sfondo. Caravaggio in questo dipinto, utilizza volutamente la tecnica ad olio, agendo direttamente sulla tela con il pennello, fino ad ottenere questo effetto di contrapposizione tra chiaro-scuro e facendo così risaltare dallo sfondo la figura.

Il fanciullo in primo piano, viene raffigurato con i capelli ricci e disordinati, lo sguardo fisso che sembra perso nel vuoto, la manica della vestaglia bianca che  scende quasi ad accentuare la sua sensualità;  infine il canestro di frutta, è tenuto stretto quasi per “obbligo”. Questi fattori resi realisticamente sottolineano la grande abilità del pittore, nel ritrarre la realtà solo con il pennello e senza disegno. Ciò che appare nuova e sconvolgente è l ‘espressione esausta e quasi femminile del ragazzo: egli viene rappresentato con le gote rosse, le labbra carnose e semiaperte, il viso inclinato e la spalla destra seminuda. Tutti questi sono simboli che rimandano all’erotismo e alla sensualità. Sembra infatti che il fanciullo non voglia offrire la frutta, ma se stesso; l’abbondanza e la bontà dei frutti fanno pendant con la bontà erotica espressa dal giovane. Ed in questo senso la canestra stretta al petto, potrebbe essere un indice simbolico e allegorico della lussuria. Non bisogna però omettere un altro significato dell’opera, legato al segno del tempo, della caducità della vita: i frutti raffigurati come doni sono transitori, destinati a finire e lo si può notare dalla foglia che si piega in basso al di fuori del canestro. Caravaggio per questo non si limita alla superficialità, ma fa uno studio approfondito riguardo l’opera. Innanzitutto, si nota subito il suo interesse verso ciò che è naturale. L’artista infatti sceglie di rappresentare al centro della scena un canestro di frutta autunnale, in cui splendono pomi e grappoli d’uva insieme a foglie, mele e fichi. Come già detto, è però rilevante ed interessante l’accostamento tra uomo e natura: il fanciullo viene dipinto da Caravaggio con il cesto tra le braccia, e la sua figura allude non solo alla lussuria, ma anche alla caducità della vita, rappresentata dall’ingiallire delle foglie. L’opera può essere letta attraverso queste due interpretazioni, in quanto l’artista crea due allegorie differenti nello stesso dipinto.

Valentina Malavolti