• Gian Lorenzo Bernini
  • 1648-1651
  • Marmo, Granito, Bronzo.
  • Piazza Navona – Roma.

Nel 1648 il papa Innocenzo X Pamphilij affida all’artista Gian Lorenzo Bernini la realizzazione della Fontana dei Quattro Fiumi o dei Fiumi. L’imponente e spettacolare monumento, eccellente opera architettonica e scultorea, collocato al centro di piazza Navona a Roma, doveva esaltare la magnificenza del papato e del casato Pamphilij, nonché l’ampliamento e risistemazione dell’omonimo Palazzo. Questa immensa piazza, conosciuta nell’antica Roma come lo Stadio di Domiziano, è un simbolo significativo della Roma barocca. Inoltre nella piazza fu edificata nel 1652 la Chiesa di Sant’Agnese in Agnone, opera di Francesco Borromini, anch’essa su commissione del Pontefice, che doveva fungere da cappella privata annessa al Palazzo di famiglia posto accanto.

Un chirografo papale datato 11 aprile 1647, testimonia che Innocenzo X dispone che l’acquedotto Virgo porti l’acqua in Piazza Navona, prima di sgorgare nella Fontana di Trevi e che Francesco Borromini sia l’architetto incaricato della progettazione e della direzione dei lavori. Nel 1648 Gian Lorenzo Bernini scippa a Borromini l’incarico, sottoponendo al Papa un modello in argento della Fontana. L’opera poggia su una bassa vasca ellittica a livello della pavimentazione stradale, sormontata da un piedistallo di roccia naturale e traforata sui quattro lati. Su questo piedistallo sono sistemate le personificazioni dei fiumi dei quattro continenti allora conosciuti, sui quali la Chiesa voleva estendere la propria egemonia. Sulla parte alta invece si trovano due stemmi marmorei della famiglia del papa, presenti sul monumento per dimostrare l’autorità religiosa del pontefice.

I quattro fiumi rappresentati sono: il Gange, il quale possiede un remo in mano per esaltare ed indicare la navigabilità del fiume (Asia); il Nilo, realizzato attraverso la figura di un leone e di una palma, chiaro riferimento all’Africa, e con gli occhi bendati, poiché non si conoscevano ancora le proprie sorgenti (Africa); il Danubio, esaltato da un cavallo e da fiori che richiamano le fertili pianure danubiane (Europa); il Rio de Plata, raffigurato assieme a monete d’argento che rimandano al colore argentino delle acque americane (America). L’enfasi di questi grandi e possenti colossi nudi, di dimensioni maggiori di quelle reali e utilizzati come allegorie dei fiumi, è esaltata dalle loro movenze e dai loro gesti armoniosi e pieni di vita, che si accordano perfettamente con la piazza secondo un preciso ordine scenografico. Questo complesso gruppo statuario funge da base a un obelisco egizio, imitazione romana eseguita ai tempi dell’imperatore Domiziano, sul quale svetta la colomba dello Spirito Santo, realizzata invece in bronzo, che simboleggia il potere universale della Chiesa.

Un tratto fondamentale di quest’opera è la spettacolarità, dove la fontana diventa una macchina scenografica composta da divinità, rocce, getti d’acqua e pesci, al fine di creare l’illusione del mondo acquatico. A tal proposito, questo monumento subisce una trasformazione importante con Bernini, passando da un semplice elemento urbanistico decorativo ad un’autentica scultura vivente. Mediante il fluire dell’acqua infatti, le sculture acquisiscono dinamismo, esaltando l’instabilità della realtà e il continuo mutamento delle cose, temi essenziali del Barocco. Bernini vuole suscitare meraviglia agli occhi di chi ammira la fontana, tanto che lo spettatore può scorgere nuove viste, girando intorno ad essa, altrimenti nascoste. Quest’opera esprime così un movimento in ogni suo particolare, dalla vegetazione, alle sculture, fino alla scogliera.

Roberto Giusti