• Giambologna
  • 1563-1566
  • Marmo e bronzo
  • 320 cm
  • Bologna – Piazza del Nettuno

Giambologna, pseudonimo di Jean de Boulougne nasce in Francia nel 1529 e muore a Firenze, città in cui fu particolarmente attivo, il 13 agosto del 1608. Dopo aver trascorso la sua infanzia nelle Fiandre, all’età di vent’anni circa decise di trasferirsi in Italia, precisamente a Roma, per poter studiare e osservare da vicino le antiche opere appartenenti al mondo classico e contemporaneamente anche quelle più moderne come i capolavori di Michelangelo. Nel 1563 venne chiamato a Bologna per la realizzazione del dio Nettuno, che doveva essere collocato nella monumentale piazza del Nettuno, adiacente piazza Maggiore, progettata dall’architetto siciliano Tommaso Laureti, e che faceva parte del programma di rinnovamento urbanistico voluto dallo Stato Pontificio.

L’opera venne commissionata dal Vice Legato dello Stato Pontificio a Bologna, Pier Donato Cesi, per abbellire la nuova piazza, aperta dopo l’abbattimento di molte piccole costruzioni, affinché simboleggiasse ed esprimesse pienamente la generosità del governo pontificio di Pio IV, Giovanni Angelo Medici, e si inserisce nel vasto programma di rinnovamento architettonico del centro di Bologna, voluto sempre da Pier Donato Cesi. La costruzione venne affidata a tre differenti figure: l’iniziale commissione al fonditore bolognese Portigiani e all’architetto siciliano Laureti, e dopo la stesura dei primi progetti, si scelse per la progettazione ed esecuzione della statua lo scultore fiammingo Giambologna. Per la somma di mille scudi d’oro l’artista accettò, terminando i lavori tre anni più tardi, nel 1566. La Fontana del Nettuno è dunque il frutto del lavoro e della assidua collaborazione tra Zanobio Portigiani, Tommaso LauretiGiambologna. Sebbene fosse stata concepita con fini puramente ornamentali, la fontana per via dell’iscrizione “POPULO COMMODO”, posta su uno dei basamenti, venne usata dai bolognesi come lavatoio e addirittura come vespasiano.

Strutturalmente la Fontana poggia direttamente su una base di tre gradini, al di sopra dei quali vi è una vasca in macigno locale ricoperto da marmo veronese. Al centro della vasca si trova uno zoccolo fiancheggiato agli angoli della base da quattro nereidi, figure della mitologia greca, che si sorreggono i seni dai quali zampilla l’acqua, ed è decorata da  quattro stemmi, uno per lato. Completano il basamento del Nettuno quattro putti che imbracciano quattro delfini, in riferimento ai quattro fiumi più grandi dei continenti allora conosciuti: Gange, Danubio, Nilo e Rio delle Amazzoni. Al centro di questo complesso piedistallo domina la figura di Nettuno. Alto 3 metri e 20 centimentri e dal peso di 22 quintali, con grande slancio verticale attraverso una forma serpentina, la perfezione anatomica e il vigore muscolare, tende la mano sinistra contro il vento, come a governare i flutti, simboleggiando l’esaltazione dinastica del papa mediceo Pio IV, cioè del potere politico della Chiesa sulla città di Bologna, mentre nella mano destra impugna un enorme tridente. In riferimento alla posizione della mano sinistra, così come Nettuno domina le acque e i venti, allo stesso modo il Papa domina il mondo. La tradizione bolognese narra un aneddoto molto particolare: l’artista fiammingo voleva realizzare l’opera con i genitali più evidenti, ma il Papa glielo proibì. Tuttavia Giambologna non si arrese e realizzò la statua in modo tale che da un determinato punto di vista, il pollice della mano sinistra tesa, sembri spuntare dal basso ventre come se fosse un pene eretto.

Restauri

Nel corso degli anni la Fontana del Nettuno è stata sottoposta a numerosi interventi di restauro a partire dal 1708, dato che il Senato di Bologna, già dal 1705, si preoccupava dell’avanzato stato di degrado del monumento e della sua efficienza. I primi restauri effettuati con moderni metodi scientifici risalgono al 1988 mentre i più recenti, condotti dall’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro, organo tecnico del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, sono del 2016 ed hanno ristabilito le migliori condizioni conservative attraverso la pulitura dei materiali lapidei e del bronzo, rinnovato l’impianto idraulico e posto rimedio ai danni antropici e ai segni di precedenti restauri e di riparazione.

Leonardo Torri

Approfondimenti

nettuno.comune.bologna.it