• Gustav Klimt
  • 1902
  • 100×100 cm
  • Olio su tela
  • Österreichische Galerie – Vienna

Il quadro offre al fruitore uno scenario naturale, rappresenta un invito alla meditazione e contemplazione. L’artista dà vita alla composizione attraverso il contrasto tra linee verticali e orizzontali, la scelta dei segmenti, oltre a rispecchiare l’idea di un senso di ordine superiore che presiede i dipinti di Klimt, ha la funzione di creare una stabilità della percezione e l’intersezione ideale tra le linee verticali dei tronchi e quelle orizzontali delle foglie che sono cadute nel sottobosco. Klimt dipinge dei tronchi di faggio che danno l’impressione di essere leggermente ondeggianti; ogni fusto è diverso dall’altro per spessore, colore e andamento. La presenza di ordinate rette verticali e di piccoli segmenti orizzontali evoca la struttura di un prezioso tessuto  e il quadro diviene come un morbido panno. Si ha l’impressione che non ci siano punti di riferimento, nonostante l’orizzonte  segnato sulla parte superiore del quadro.


Ogni elemento del bosco non sfugge a quel senso di ordine che presiede sempre le opere dell’artista viennese. Ciò che risulta molto interessante, sotto il profilo tecnico, è la modulazione del colore del sottobosco che assume un tono dorato. Il contenimento del fenomeno luminoso differenzia Klimt dagli impressionisti. Le vibrazioni sono ridotte e diffuse con regolarità e occhieggiano simmetricamente dall’opera con riflessi aurei: l’artista non favorisce una riverberante condizione di luce ma determina un’emanazione aurea. Un ingrandimento della massa di fogliame che appare in primo piano, permette di comprendere la modalità di stesura cromatica. Klimt procede a partire da una tela bianca, successivamente stende dei segmenti di pennellate brune o brune rossicce o arancio, così da oscurare quasi tutti gli spazi a disposizione, esclusi alcuni punti leggermente tondeggianti in cui lascia la tela bianca: detti tasselli di tela avranno la funzione di “pepite d’oro”. Klimt stende su di esse una pennellata diluita di terra di Siena sbiancata, in un secondo momento interviene con il blu-azzurro, completando il lavoro con pennellate verticali di verde scuro e di nero con forti riflessi verdi: la somma di questi colori, a distanza, produce un effetto oro. Klimt non è solo un pittore liberty di soggetti femminili ed erotici e un ritrattista, ma è anche dedito al paesaggio.

Klimt non dipinge in studio ma si dedica alle sue opere lavorando en plein air, come gli impressionisti. Girava con una piccola cornice di avorio in tasca e attraverso essa, ammirava il paesaggio allo scopo di provare e riprovare le varie inquadrature che dipingeva nei suoi quadri. Una caratteristica di queste sue opere è che hanno come risultato quella sensazione di un’immagine statica, è come se fosse tutto a fuoco contemporaneamente. In questo quadro la figura umana è assente ma la sua bellezza è sostituita dagli elementi armoniosi del creato. A differenza degli impressionisti degli anni Settanta dell’Ottocento, i paesaggi di Klimt non rappresentano trascrizioni spontanee di ciò che vede l’occhio del pittore, esiste invece nei suoi paesaggi una prepotente componente astratta. Lo stile di Klimt è un’audace fusione di elementi naturalistici dall’estrema eleganza decorativa che raggiunge il limite dell’astrazione. Cattura l’attenzione dell’osservatore, rendendolo parte della sua opera, al dil à del tempo e dello spazio.

Sofia Parmigiani