• Michelangelo Merisi da Caravaggio
  • 1594 ca.
  • Olio su tela
  • 94,2×130,9cm
  • Fort Worth (Texas) – Kimbell Art Museum

Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, nelle prime tele rivela un polemico disinteresse per i convenzionali apparati dell’iconografia sacra e profana, per la rappresentazione dei temi storici, religiosi o mitologici, e preferisce una pittura realistica e fedele alla vita. I primi lavori mostrano questo interesse per la dimensione quotidiana e popolare, un esempio è il gruppo di truffatori da osteria ne I bari. Così come tanti altri quadri realizzati dall’artista, anche nel caso di quest’opera, il committente fu il cardinale Francesco Maria del Monte.

La scena dipinta da Caravaggio, ha come protagonisti dei giocatori di carte. Dando una rapida occhiata alla composizione e al titolo, si può capire immediatamente che è in corso una truffa ai danni di uno dei personaggi. Due dei giocatori sono in combutta per sconfiggere, con l’imbroglio, il ragazzo che si trova alla sinistra della scena. È molto importante il momento che l’artista decide di rappresentare sulla tela: il malcapitato è intento a guardare con attenzione le proprie carte, facendo intuire che probabilmente è il suo turno e sta scegliendo con accortezza la prossima mossa; l’imbroglione che si trova al centro, si avvicina notevolmente alla vittima per poter guardare le carte che possiede e suggerirle al suo compare. Il ragazzo sulla sinistra appare tranquillo ed intento a giocare, ignaro degli inganni che lo riguardano. I due bari sono entrambi protesi verso la vittima dei loro inganni, quasi come se volessero mettergli pressione, oppure fossero pronti ad attuare la prossima mossa del loro piano per vincere.

Nella tela i colori e l’abbigliamento sono due elementi fondamentali: la vittima indossa delle vesti scure e semplici, mentre l’uomo al centro e quello a destra sono vestiti con un abbigliamento molto colorato e variopinto, che ricorda quello dei giullari di corte. Anche la luce ha un ruolo importante in tutta la composizione, che proviene dall’esterno, e grazie alla forte illuminazione si possono distinguere facilmente le vesti dei vari protagonisti ed anche tutto l’ambiente in cui è situata la scena. Il baro che si trova a sinistra ha delle carte dietro la sua schiena, gli studiosi hanno capito che i protagonisti stanno giocando a “zarro”, ovvero un gioco d’azzardo con potenziali rischi di perdita di grandi somme di denaro. L’imbroglione che si trova al centro ha un guanto usurato e il suo socio ha un cappello con delle piume rovinate, la tovaglia è rifinita con una trama scura ed inoltre, c’è una scatola di backgammon sulla sinistra; queste sono tutte piccole accortezze che contribuiscono a rendere la scena estremamente reale e dimostrano la grande abilità pittorica di Caravaggio. Il pittore ha introdotto nella scena numerosi dettagli che ci forniscono informazioni di grande importanza: il baro sulla sinistra, porta alla cintola uno spadino, suggerendoci la poca affidabilità di quest’uomo. Inoltre, è possibile notare che solo gli occhi della vittima sono ben visibili, mentre nei due imbroglioni, per via della loro posizione, se ne vede solo uno; ciò serve a far capire i ruoli dei tre personaggi.

Caravaggio è stato un genio, anche in quest’opera c’è un aspetto che lo dimostra: al contrario dei pittori del passato, che di solito dipingevano scene quotidiane con i protagonisti posti frontalmente, li dipinge di tre quarti, rendendo il contesto più dinamico e coinvolgente, dando la sensazione all’osservatore di trovarsi seduto al tavolo accanto ai giocatori.

L’artista non realizzava mai delle opere prive di senso, anzi, in ogni suo lavoro è presente un messaggio, in questo caso c’è la condanna del vizio del gioco. A rendere credibile questa interpretazione dell’opera sono, ancora una volta, i movimenti dei protagonisti: i due bari, pronti per attuare il loro piano, sono anche in ansia per la mossa dell’avversario, mentre quest’ultimo ha un atteggiamento tranquillo, che rende nervosi gli altri giocatori.

Maria Iori