• Claude Monet
  • 1872
  • Olio su tela
  • 48 x 63 cm
  • Musée Marmottan Monet – Parigi

L’impressionismo è una corrente pittorica nata in Francia, verso la seconda metà dell’ottocento, dal totale rifiuto dei canoni pittorici che l’accademia delle belle arti di Parigi imponeva ai pittori del tempo. Gli impressionisti decidono quindi di rompere con i soggetti classici e con lo stile meticoloso e incentrato completamente sul lavoro all’interno di uno studio. L’obbiettivo principale della pittura impressionista era quello di imprimere sulla tela gli effetti di luce che colpiscono l’occhio ancor prima che il cervello. A differenza dei pittori dell’accademia, gli impressionisti realizzano le loro opere all’aperto, portando la tela sul posto e rappresentando ciò che vedono. Questo divenne possibile grazie all’invenzione del cavalletto da campagna e dei colori in tubetto. La storia dell’Impressionismo nasce, però, ancor prima che si possa parlare di un vero e proprio movimento. Nel 1863 Napoleone III aveva, infatti, inaugurato il Salon des Refusés, per poter ospitare quelle opere che erano state rifiutate dal Salon ufficiale.

Importanti per il movimento furono alcune scoperte, come la Fotografia e le leggi sull’accostamento dei colori di Eugène Chevreul. Le sue teorie furono alla base della poetica impressionista sul colore: i pittori dovevano riuscire ad accostare i colori senza mescolarli, per ottenere delle superfici che sembrassero vive e in movimento. Un’altra importante invenzione fu il tubetto di colore, che permise agli artisti di svincolarsi dai laboratori di pittura, non dovendo più creare i colori tramite polveri di pigmento. Come detto anche la fotografia assume un ruolo importante per gli Impressionisti, costituendo un ulteriore strumento per creare un dipinto. La prima manifestazione ufficiale Impressionista si tenne nel 1874 presso lo studio del fotografo Nadar, e fu la risposta dei pittori impressionisti al rifiuto del salone ufficiale di Parigi di esporre le loro opere.

A dare il nome al movimento fu involontariamente il critico Luis Leroy che con il termine impressionismo voleva indicare come lo stile pittorico di questo movimento fosse apparentemente incompleto. Rappresentanti impressionisti di spicco  furono pittori come Manet, Claude Monet, Edgar Degas e Renoir. Manet fu il precursore di questa corrente,  il suo dipinto, Impression soleil levant, dà il nome al movimento. Il quadro, di piccole dimensioni, 48×62 cm, è un olio su tela del 1872, dove protagonista è l’alba nel porto di Le Havre. In questa tela Monet abbandona i volumi e i dettagli per enfatizzare la luminosità e l’immediatezza percettiva della scena. Ciò che il pittore trasmette è l’atmosfera, la foschia mattutina e l’evanescenza del paesaggio all’orizzonte.


Attraverso tonalità fredde, principalmente l’azzurro e il verde, tutta l’opera appare smaterializzata e dissolta, i contorni sono indefinit e sfumati e gli elementi come il molo, la banchina e le ciminiere in lontananza, si fondono con le striature del cielo. Queste tonalità dell’azzurro sono in contrapposizione con altre tendenti al rosso e all’arancione, creando una contrasto che pone in risalto maggiormente il paesaggio. Nella parte alta della tela, leggermente a destra, si nota il sole che sembra galleggiare in uno spazio dove si confondono cielo e mare e sembra essere l’unico elemento ben definito di tutto il quadro. Il riflesso del sole si riflette, infine, nell’acqua del porto, dove possiamo scorgere le figure dei pescatori e delle barchette in primo piano. Il quadro venne esposto per la prima volta presso lo studio del fotografo Nadar nel 1874.

Giulia Pesci