• Henri Matisse
  • 1909
  • 260×391 cm
  • Olio su tela
  • Museo dell’Ermitage – San Pietroburgo

Tra le opere più famose di Henri Matisse, “La Danza” è un’ode alla vita, alla gioia, all’abbandono fisico ed è per questo divenuta un emblema dell’arte moderna. L’opera d’arte fu commissionata, insieme al dipinto abbinato “Musica”, dall’influente collezionista russo Sergei Shchukin nel 1909 per decorare la sua villa. Caratterizzato da semplicità ed energia, questo baccanale estatico ha lasciato un segno indelebile nell’arte del XX secolo. “La Danza” incarna l’emancipazione dalle tradizionali convenzioni di rappresentazione dell’arte occidentale.

I colori saturi dei fauves e lo stile schietto dell’opera

Le scelte estetiche adottate da Henri Matisse per questo dipinto suscitarono un vero scandalo nei salotti d’arte del 1910; il nudo audace ed i colori crudamente applicati, conferivano all’opera un carattere primitivo che pareva barbaro agli occhi di alcuni critici. Matisse ha usato solo tre colori nella rappresentazione: blu, verde e rosso. In linea con le tradizionali associazioni cromatiche del Fauvisme, queste tre tonalità vivaci creano un contrasto intenso. L’economia dello stile e dei dettagli produce figure ambigue; né la loro espressione facciale né il loro sesso sono chiaramente definiti. Le sagome rosse sono semplicemente delineate con contorni pesanti sullo sfondo blu e verde. Matisse ha esplorato il rapporto tra colori e linee per creare armonia; per lui i colori non dovevano funzionare isolatamente. Inoltre, non ci sono caratteristiche architettoniche o indicatori del paesaggio a creare un senso di prospettiva o distanza. L’enorme tela  ha uno sfondo completamente piatto e l’unico punto focale sono le figure danzanti.

L’attrazione per la danza

Il tema della danza ha occupato un’importanza centrale nella vita e nel lavoro di Matisse che manifestò per la prima volta questo interesse nel dipinto del 1906 “Gioia di vivere”. I ballerini di “La Danza” sono in una posizione molto simile a quelli sullo sfondo della “Gioia di vivere”. Detto interesse per la danza é visibilmente aumentato con la “Gioia di vivere”, tanto da permettergli di isolare il motivo della posizione de corpi e dedicare un intero dipinto ad esplorarlo. Tuttavia, secondo il critico d’arte Charles Caffin, l’attrazione dell’artista per la danza iniziò al Moulin de la Galette, dove osservava le persone ballare un tipo di danza popolare che contrastava con i tipi di danza più formali, tradizionali o classici come il balletto. A tal proposito, “La Danza” propone una riflessione evolutiva sull’arte della danza. Più specificamente, la danza rotonda che ispirò il dipinto era una danza dei pescatori che l’artista osservò nella città di Collioure, nel sud della Francia.

Creare movimento con la musica

Ne “La Danza”, nonostante lo stile semplicistico del dipinto, Matisse sviluppa un senso di movimento e spazio: il cielo infinito e le forme arrotondate delineano la terra e sembrano fondersi con parte dell’energia emanata da corpi che sembrano in trance. L’osservatore può quasi sentire il ritmo dei tamburi ed immaginare una danza frenetica mentre le figure girano in cerchio. L’articolazione della danza con la musica è essenziale poiché la musica crea il suo ritmo. A tal proposito, è interessante analizzare “La Danza” insieme alla sua controparte “Musica”. Il movimento in atto ne “La Danza” è in netto contrasto con quello della “Musica”, dove le figure sono verticali e statiche. I cantanti sembrano quasi spettatori, che guardano i ballerini con le braccia appoggiate sulle ginocchia.

Rompere le regole

In “La Danza”, Matisse abbraccia un’estetica associata strettamente al primitivismo e all’arte africana, prendendo le distanze dai dettagli e dalla finezza che troviamo nel lavoro di Edgar Degas ispirato al balletto. Lo stile di Matisse è distillato nella sua essenza e ignora le regole stabilite di genere, estetica, armonia e ordine. Il suo lavoro è incentrato su un sentimento grezzo ed energico, con una libertà del colore e delle linee mai vista prima. L’obiettivo di Matisse non era quello di scioccare o mettere in imbarazzo il pubblico, ma, al contrario, quello di riunire gli esseri umani tra loro attraverso la natura: quello che sogno è un’arte equilibrata, pura e tranquilla che possa evitare problemi o soggetti frustranti. Questo tipo di arte dà pace e conforto alla mente di tutti, come una sedia comoda dove possono riposarsi quando sono stanchi. Anche se molti all’epoca non furono in grado di vedere oltre lo stile audace del dipinto, oggi possiamo apprezzare il lavoro come un’ode alla vita, alla gioia e alla natura.

Davide Tommasi