• Edgar Degas
  • 1873-1876
  • 85,5×75 cm
  • Olio su tela
  • Musée d’Orsay – Parigi

La lezione di danza o La classe de danse di Edgar Degas è uno dei quadri più noti relativi a un soggetto prediletto dall’artista, quello delle ballerine. L’avvicinamento alle giovani danzatrici dell’Opéra deriva dalla morte del padre (1874), alla quale fa seguito un tracollo finanziario, che rende primaria per l’artista la questione della vendita delle proprie opere. Degas comincia allora a dedicare attenzione a un nuovo tema che fosse rappresentativo della vita metropolitana parigina e al contempo d’immediata attrattiva per il pubblico dei suoi acquirenti. Il mondo del teatro è infatti ben noto all’impressionista francese: egli lo frequenta da anni grazie all’intercessione di un amico direttore d’orchestra, come è evidente dalla scelta di soggetti originali e non scontati.

La tela fu dipinta tra il 1873 e il 1876 a cavallo della prima esposizione impressionista che fu allestita nello studio del famoso fotografo Nadar. Degas si sente affine alla poetica dei giovani pittori emergenti, ma intraprende scelte autonome e non adotta il metodo di pittura all’aria aperta tipica del gruppo. Per lui l’arte rimarrà sempre frutto dell’elaborazione mentale operata in studio, tanto che arriverà addirittura ad affermare: “Nessuna arte è tanto poco spontanea come la mia. Ciò che faccio è il risultato della riflessione e dello studio dei grandi maestri: dell’ispirazione, della spontaneità, del temperamento, io non so nulla”. Nonostante ciò, nell’insieme, il dipinto La lezione di danza sembra l’istantanea di un momento. Tanto è vero che Degas sceglie di rappresentare il foyer del Palais Garnier affollato di giovani ballerine e, come accade in altre sue opere, coglie un attimo casuale dei mille possibili; egli infatti ama indagare aspetti marginali ma significativi della quotidianità fissando immagini che, come egli stesso è solito dire, sembrano spiate dal buco della serratura. In questo caso predilige il momento in cui una giovane ballerina si appresta a eseguire alcuni esercizi sotto gli occhi vigili del maestro, nel quale è stata riconosciuta la figura del celebre ballerino francese Jules Perrot (1810-1892), il quale osserva con attenzione i passi dell’allieva dando il tempo col suo bastone.

Essi non sono, tuttavia, gli unici protagonisti dell’opera: le altre allieve, disposte a semicerchio intorno al maestro, sono reduci da una faticosa lezione e approfittano di un momento di pausa per riposarsi. Il pittore le coglie nelle pose più varie: alcune si stirano per rilassare i muscoli, altre sistemano un orecchino, il costume da ballo, il nastro o aggiustano l’acconciatura. In primo piano a sinistra colloca due ballerine di spalle che osservano la scena con attenzione: una col fiocco giallo, seduta sul pianoforte si gratta la schiena con la mano sinistra in una posa contorta e mostra una smorfia di fastidio; l’altra col fiocco rosso tra i capelli, tiene le punte dei piedi ben aperte mentre sventola un ventaglio e ai suoi piedi si trovano anche un innaffiatoio e un grazioso cagnolino. Degno di nota è l’atteggiamento della ballerina sullo sfondo, seduta con i piedi divaricati secondo una posa usuale per i danzatori. A fare da raccordo fra il gruppo in primo piano e quello sullo sfondo sono i passi aggraziati di altre ballerine lungo la parete più lunga. Il centro focale è comunque occupato dalla austera figura del maestro che, severo e inflessibile, concentra la sua attenzione totalmente sulla ballerina.

A differenza degli altri impressionisti, ne La lezione di danza lo spazio è ancora reso mediante la riduzione progressiva della grandezza delle figure e con la convergenza delle linee prospettiche: il punto di fuga cade all’esterno della tela sulla destra seguendo le linee tracciate dalle assi del parquet a cui dedica molto spazio in primo piano. In realtà è una scelta compositiva che ha particolarmente senso, in quanto il pavimento stesso è un importante strumento di lavoro per le ballerine. È proprio questa prospettiva in diagonale a conferire alla composizione l’immediatezza: la figura della ballerina con l’ampio fiocco giallo stretto in vita è volutamente tagliata dal limitare della tela per andare oltre l’immobilità e la claustrofobia della normale pratica pittorica accademica ostile a questi tagli così inconsueti, ma soprattutto per sottolineare l’istantaneità di un’inquadratura fotografica.  Questa apparente spontaneità è in realtà studiata nei minimi dettagli. L’opera è infatti frutto di un lungo lavoro di atelier del quale sono rimasti decine di bozzetti e schizzi preparatori, dove si dava più importanza alla composizione e al disegno, piuttosto che al colore. Sta di fatto che il colorismo di Degas tocca nell’opera terminata vertici altissimi: egli ricostruisce l’ambiente attraverso i soli toni del verde e del grigio, appena riscaldati dall’ocra.

La luce diffusa, che penetra da grandi finestre sulla destra visibili grazie allo specchio sulla sinistra, accende il candore dei tutù, con una pennellata spumeggiante che ne rende palpabile la voluminosità. Anche i passaggi cromatici dal bianco dei costumi al rosa della pelle sono tratteggiati con estrema delicatezza. Il virtuosismo tecnico di Degas gli consente difatti di restituire le differenti materie dei tessuti senza perdere d’immediatezza: è il caso dei fiocchi neri in velluto portati al collo o dei rasi colorati stretti in vita. Si può dunque dire che, “La lezione di danza” evidenzia anche altre differenze che ci furono tra il pittore francese e gli altri impressionisti: da un lato sul piano prospettico, dall’altro sull’utilizzo del bianco e del nero considerati non colori. Terminato nel 1876, il dipinto passa da una collezione privata all’altra per approdare nel 1911 al Museo del Louvre di Parigi. Tuttavia, oggi l’opera è conservata al Musée D’Orsay di Parigi.

Sofia Lenzi