• Autore ignoto
  • 1323 a.C. circa
  • Oro e pietre dure
  • 54×39,3×49 cm
  • Musei Egizio, Il Cairo.

La maschera funeraria di Tutankhamon è la maschera appartenente al faraone egizio omonimo (1332-1323 a.C.). Fu scoperta dal britannico Howard Carter nel 1925 nella tomba del faraone, la numero 62 della Valle dei Re. La squadra di Carter impiegò due anni per raggiungere e aprire il pesantissimo sarcofago che conteneva la mummia del faraone. La maschera è parte del corredo funebre di questo faraone bambino e ricopriva la mummia, posta assieme ad essa al termine della serie di sarcofagi. Essa è stata trovata assieme a molti altri reperti. Questa maestosa maschera al momento si trova al museo de Il Cairo in Egitto. Il viso rappresenta un’immagine standardizzata del faraone. La maschera, alta 54 centimetri, larga 39,3 e profonda 49, è costituita da due strati d’oro di alta caratura che contengono due differenti leghe d’oro: una più leggera, per il volto e il collo, e l’altra più massiccia per il resto del manufatto.

Fu realizzata con numerosi strati d’oro battuto, intarsiati di ceramica e pietre semi preziose e riproduce i lineamenti del giovane re al momento della morte. Gli elementi caratteristici di questa opera sono il naso sottile e leggermente storto, le narici delicate e le labbra carnose. Secondo l’antica tradizione, intorno agli occhi e fino alle tempie, vi sono tocchi di lapislazzuli. Anche Le sopracciglia e il contorno delle palpebre sono fatti in lapislazzuli, mentre gli occhi sono realizzati in ossidiana e quarzo, con un tocco di rosso agli angoli. I lobi delle orecchie sono forati, caratteristica che nell’arte egizia è generalmente riscontrabile per donne e bambini, originariamente erano coperti con nastri d’oro. Il faraone porta il tradizionale nemes, il copricapo a strisce alternate blu e dorate, simbolo del dio Sole RA. Anche gli occhi hanno un loro simbolo: quello sinistro rappresenta la Luna, mentre quello destro il Sole. Le due divinità associate al potere reale che si trovano sulla fronte,  rappresentano la sovranità del faraone sia sull’Alto Egitto, sotto forma di avvoltoio del Sud, sia sul Basso Egitto, sotto forma di ureo del Nord. Il becco dell’avvoltoio è di lapislazzuli e gli occhi sono di quarzo dipinto in bianco e nero, mentre l’ureo è intarsiato di cornalina, lapislazzuli e turchese. Le spalle di Tutankhamon sono coperte da un ampio collare, anch’esso di lapislazzuli, quarzo, feldspato verde, che termina con due teste di falco inserite sulle spalle.

Sulla parte posteriore si trova un’iscrizione geroglifica in 10 colonne verticali e 2 orizzontali che riportano il testo del capitolo 531 dei “Testi dei sarcofagi” del Medio Regno e che nel Nuovo Regno venne incorporato nel libro dei morti. Nell’oro che costituisce l’oggetto sono incastonati vetri colorati e gemme, fra cui lapislazzuli (il contorno degli occhi e le sopracciglia), quarzo (gli occhi), ossidiana (le pupille) corniola, feldspato, turchese, amazzonite e faience (incastonati nel pettorale). Al momento della scoperta la barba d’oro del peso di 2,5 chili, decorata con lapislazzuli per rendere il motivo dell’intreccio, era separata dal mento; in seguito fu riattaccata mediante una giuntura in legno. La barba successivamente cadde dalla maschera durante alcune operazioni di pulizia ordinaria. Gli impiegati del museo responsabili del danno utilizzarono una colla a presa rapida per riattaccarla; ovviamente si trattò di un grossolano intervento del tutto inadeguato e fu poi rimessa a posto da persone esperte in questo campo.

Benché solitamente non venga esposta insieme alla maschera, questa era completata da una collana composta da tre giri d’oro e dischetti di faience blu con terminazione a forma di fiore di loto e fermagli a forma di ureo. La maschera di Tutankhamon mostra d’aver subito vari danni: perdita di estese parti della pasta vitrea blu dalla fronte e dal retro del nemes, specie dalla treccia posteriore; gran parte di questi danni furono causati da Carter nel tentativo di separare la maschera e la mummia dalle resine di imbalsamazione. Un secondo gruppo di danni è visibile sulla fronte e sulla falda esterna: due fori brutalmente eseguiti in antico, La posizione e il tipo di danno suggeriscono che la maschera possa essere caduta dalla posizione verticale già all’interno della tomba.

Irene Sabattini