• Eliodoro
  • II secolo a.C.
  • Marmo
  • 165 cm
  • Museo Archeologico Nazionale – Napoli

La scultura di Pan e Dafni fa parte di un periodo dell’arte greca denominato Ellenismo, questo termine fu coniato da Johann Gustav Droysen, uno storico tedesco che pubblicò, intorno al 1840, una Storia dell’Ellenismo. Il termine greco “Hellenismòs” significa “imitazione dei greci”, Droysen lo utilizzò per descrivere la massima diffusione della cultura greca in questa età. L’Ellenismo è quel periodo che va dalla morte di Alessandro Magno, nel 323 a.C., fino ad arrivare alla conquista romana dell’Egitto per poi passare alla battaglia di Azio, 31 a.C. ed è diviso in due parti: Alto, che comprende tutto il II secolo; Basso, comprende sia il I che il II secolo.

L’opera venne riscoperta tra il 1781 e il 1787, anni in cui il gruppo scultoreo venne ricomposto da vari frammenti grazie all’opera di Carlo Albacini. L’opera a noi pervenuta è una copia romana di un originale ellenistico attribuito da Plinio il Vecchio allo scultore rodio Eliodoro, è alta circa 1,65 metri ed è fatta di marmo bianco, esposta al Museo Archeologico di Napoli. Nel gruppo scultoreo sono rappresentate due figure della mitologia greca: Pan, una divinità non olimpica, era il dio della campagna, delle selve e dei pascoli; si narra che fosse figlio di Zeus e di Callisto, oppure che fosse figlio del dio Ermes e della ninfa Driope (chiamata anche Penelope), questa appena dopo averlo messo al mondo lo abbandonò perché era rimasta inorridita dal suo aspetto. Pan assomigliava molto di più ad un animale, più precisamente ad un caprone, che ad un uomo; il suo corpo era coperto dal tipico pelo animale ispido, aveva una folta barba, due corni sulla fronte e al posto dei piedi aveva due zoccoli. Dafni era figlio del dio Ermes e della ninfa Dafnide, nacque in un bosco di alloro vicino al fiume Irminio, nel ragusano. Era un giovane pastore, poeta e cantore siciliano, ed è considerato il fondatore della poesia bucolica. Si narra, inoltre, che Dafni fosse amico nonché fratellastro di Pan, perché nacquero dallo stesso padre.

Il gruppo statuario rappresenta Pan seduto sulla roccia insieme a Dafni, l’uomo-caprone è posto in posizione obliqua con il torso e con la testa rivolti a destra verso il giovane seduto accanto a lui, ha la gamba sinistra distesa e la gamba destra piegata fino a toccare la gamba del giovane, mentre aveva un braccio sinistro appoggiatogli sulla spalla e l’altro a tenergli la mano destra, Pan è intento ad insegnare al pastore come suonare il flauto a canne (anche chiamato siringa). Dafni è seduto frontalmente, ha la gamba destra distesa e l’altra è piegata ed appoggiata sulla roccia, mantiene con entrambe le mani lo strumento a fiato, ed è girato con il volto verso il basso a sinistra, evitando così lo sguardo dell’altro. La resa dei corpi rende evidente il contrasto tra il corpo raffinato e morbido dell’adolescente e il corpo rozzo del semiferino.

Maria Grazia Maisto