• 1545-1554
  • Benvenuto Cellini
  • Bronzo
  • 519 cm
  • Firenze – Loggia dei Lanzi

Benvenuto Cellini divenne nel 1545 uno degli orafi e scultori preferiti di Cosimo I. Fu proprio il signore di Firenze a richiedere a Cellini una statua raffigurante l’eroe greco: egli metteva a disposizione dello scultore denaro e materiale. La statua bronzea venne collocata nella Loggia dei Lanzi in Piazza della Signoria.

Perseo è una figura mitologica greca che nacque dall’unione di Danae con Giove. Il mito racconta che Perseo era nipote di re Acrisio, che lo aveva rifiutato appena nato nel timore di una profezia secondo la quale egli sarebbe stato spodestato dal nipote. Dopo molte difficoltà e imprese, l’eroe fece ritorno in patria e trasformò in pietra re Acrisio usando i poteri della testa mozzata di Medusa, acquisendo così il naturale diritto dinastico. Quest’ultima era una delle tre Gorgoni, l’unica mortale. Aveva testa umana, serpenti per capelli, mani di bronzo e ali d’oro. Chiunque incontrasse il suo sguardo veniva trasformato in pietra.

La scultura raffigura l’eroe vincitore di Medusa. La testa della Gorgone, grondante di sangue, è tenuta alta da Perseo, mentre il corpo gli sta ai piedi. La mano destra del giovane impugna la spada con la quale ha appena tagliato la testa dai capelli serpentiformi. La gamba destra è portante, mentre la sinistra è flessa, formando in questo modo un chiasmo; il busto è leggermente inclinato indietro e la testa rivolta verso il basso. Nel Perseo la grandiosità della scultura si unisce alla evidente cura dei particolari dei calzari, dell’elmo e della spada dell’eroe. Proprio alla giuntura della nuca e sul retro dell’elmo si nota un particolare interessante: l’artista ha realizzato un impressionante effetto ottico, grazie al quale si può scorgere il volto di un uomo; pare infatti che Benvenuto Cellini abbia voluto scolpire un suo autoritratto proprio sul retro del Perseo. La statua che raffigura il giovane, in piedi sul corpo di Medusa, simboleggia il potere supremo di Cosimo I e il suo rifiuto verso ogni tipo di governo repubblicano.

La figura dell’eroe è modellata con grande accuratezza anatomica e rivela un attento studio del vero: anatomia e posa si ispirano, come molte sculture del tempo, al David di Michelangelo.
La statua si trova su un piedistallo (quello autentico è stato rimosso nel XX secolo) dove spiccano preziosi bronzetti che rappresentano divinità, copie degli originali collocati presso il Museo Nazionale del Bargello.
La tecnica utilizzata impiegò all’artista dieci anni: si tratta della fusione a cera persa che consiste nel fare inizialmente una statua di creta vuota all’interno, cuocerla e stendervi la cera. Successivamente si ricopriva di altra creta, si univano i tre strati con i chiodi e poi si infornava. La cera si scioglieva e si versava il bronzo liquido. Infine si toglieva tutta la creta e i chiodi e si rifiniva.

L’elemento di pregio resta la percezione variabile dell’opera secondo i diversi punti di vista: questo carattere appare coerente con la preferenza, dichiarata da Cellini, per la scultura rispetto alla pittura, che può solo essere apprezzata da una visione frontale.

Chiara Fiocchi, Giada Guidoreni, Maria Iori, Alice Listante.