• Paolo Uccello
  • 1456 ca.
  • Olio su tela
  • 57×73 cm
  • National Gallery – Londra

Paolo Uccello è un’artista appartenente al primo Rinascimento, ma il suo stile a differenza di altri artisti è caratterizzato da un accenno tardogotico e di rimandi surreali. Molti artisti hanno rappresentato lo scontro tra San Giorgio e il drago, tra cui Raffaello, che ha dipinto un quadro attribuendogli lo stesso nome e Donatello che ha realizzato una scultura di San Giorgio e attualmente si trova all’Orsanmichele. Nonostante il soggetto in queste opere sia il medesimo, Paolo Uccello è riuscito a differenziarsi dagli altri artisti rinascimentali grazie all’utilizzo dell’irrazionalità degli spazi e dei corpi rendendo al meglio la battaglia tra il drago e San Giorgio. Il dipinto è caratterizzato da una dimensione quasi surreale, legata ancora al gusto gotico cortese; l’atmosfera fiabesca è resa grazie ad alcuni dettagli che invece di rendere la scena cruenta, la alleggeriscono, come la gestualità pacata e serena della principessa Silene, che ha la pelle bianchissima e rappresenta la bellezza e l’amore che, secondo i valori di quel tempo, la donna incarnava. A rendere ancora più irrazionale la composizione concorre il fatto che la principessa non mostri nessuna emozione di spavento o terrore ma anzi, piuttosto di essere prigioniera, tiene lei stessa al guinzaglio il drago.

Il quadro ritrae il cavaliere San Giorgio che arriva sul suo cavallo bianco e dall’alto trafigge lo spaventoso drago. La figura di San Giorgio è marginale o quasi insignificante: il santo è una figura quasi senza volto, nascosto dall’armatura e dall’imponente cavallo che si impenna. Secondo la leggenda, San Giorgio dopo aver trafitto il drago, invita la principessa a legarlo con la sua cintura affinché la segua in città, dove verrà poi ucciso dal Santo, in modo tale da convertire la popolazione al Cristianesimo. San Giorgio incarna alla perfezione i valori cortesi di cavalleria, coraggio e intraprendenza. Il Santo diventa anche il simbolo della fede che vince sul male, e della ragione che trionfa sulla brutalità. Sullo sfondo del quadro si notano, a sinistra una grotta dove il drago ha il suo rifugio, mentre a destra una tempesta in contrapposizione con un cielo sereno. La tempesta rappresenta l’intervento divino che aiuta San Giorgio, difatti l’occhio della tempesta è in corrispondenza con la lancia del santo.

Nonostante il contenuto del dipinto, dalla scena è quasi assente ogni genere di drammaticità. Nel quadro si riscontra la prospettiva nelle siepi sul terreno, scorciate attraverso una prospettiva centrale che non è scientifica ma intuitiva. I personaggi però, sembrano semplicemente giustapposti, talmente surreali da non proiettare nessuna ombra a terra; la prospettiva di Paolo Uccello produce quindi immagini caratterizzate da un forte senso di astrazione dove i personaggi sembrano più manichini che vere figure umane.

Claudia Lleshi