• Leonardo da Vinci
  • 1508/1513
  • Olio su tavola
  • 69 x 57 cm
  • Museo del Louvre, Parigi.

San Giovanni Battista è un dipinto del celebre autore e maestro indiscusso Leonardo da Vinci. L’ opera è stata realizzata con la tecnica ad olio su tavola di noce, misura 69 x 57 cm, ed è conservata al museo Louvre di Parigi.La tecnica della pittura ad olio utilizzata con maestria da Leonardo produce nel dipinto, grazie a sapienti sovrapposizioni di velature, l’effetto dello sfumato, che permette di ottenere passaggi delicati fra le luci ed ombre, mettendo in evidenza la plasticità e rotondità del soggetto raffigurato. Nel dipinto il Santo appare raffigurato a mezzo busto, in linea con l’iconografia classica di Firenze, su sfondo scuro dove non vi è alcun riferimento spaziale, il busto è rappresentato con una rotazione a spirale ed è posto sotto ad una luce proveniente da sinistra. San Giovanni con la mano destra indica la Croce che tiene con l’altra mano, questo particolare è ricorrente nelle raffigurazioni del Battista in quanto per tradizione egli è il messaggero di Cristo, con il dito della stessa mano destra indica il cielo, quasi a voler invitare l’osservatore ad una meditazione sulla venuta del Figlio di Dio.

Il volto ha una espressione giovane e sorridente che ricorda il sorriso enigmatico e misterioso della Gioconda. Indossa una veste di pelliccia, come a quel tempo indossavano gli eremiti, che lascia scoperta la spalla destra. I capelli sono ricci e lunghi, la forma della capigliatura ricorda analogamente il moto vorticoso delle acque, oggetto di studio da parte di Leonardo; tale analogia è confermata da egli nei suoi scritti. Il quadro fu realizzato tra il 1508 ed il 1513, pare sia stato il suo ultimo dipinto, quindi quello dove sono evidenti e mature tutte le tecniche dello sfumato ampiamente studiato. L’opera pare sia stata commissionata a Leonardo da Giovanni Benci marito di Ginevra Benci, ritratta da Leonardo ed esposta nella National Gallery di Washington. La prima traccia dell’opera è presente nel 1517 quando, Antonio de Beatis segretario del Cardinale Luigi d’ Aragona, scrisse di averla vista a Cloux presso Amboise in Francia, nello studio di Leonardo. A Cloux Leonardo trascorse gli ultimi anni della sua vita. Successivamente divenne di proprietà del Salai, allievo di Leonardo, che morì prematuramente a causa di un colpo di schioppo. Il quadro fu quindi venduto dai parenti del Salai a Francesco I di Francia; successivamente riapparve in Inghilterra presso la Corte del Re Carlo I d’ Inghilterra. Re Carlo venne giustiziato nel 1649 e i suoi beni, compreso il dipinto, vennero messi all’asta: i francesi Cruso e Terence lo acquistarono e successivamente lo vendettero al banchiere e mercante d’opere d’arte tedesco Jabach.

Tra il 1660 ed il 1662 il mercante tedesco vendette la sua grandissima collezione di opere d’arte agli Agenti del Re Luigi XIV quindi anche il San Giovanni Battista confluì al Louvre dopo la Rivoluzione Francese. Il personaggio di San Giovanni Battista è stato spunto di molte opere anche di altri autori oltre che da Leonardo Da Vinci. Il Santo viene usualmente raffigurato mentre indica la Croce perché fu lui ad annunciare la venuta di Cristo sulla Terra. Per questo motivo tradizionalmente San Giovanni viene considerato il messaggero di Cristo, egli è la sua immagine speculare: chiome lunghe e fluenti da consacrato e lucenti da Profeta. Nell’opera di Leonardo il Santo assume un magnetismo ipnotico e una ambiguità sottilmente inquietante , particolari estranei a Gesù. La mano sinistra presenta due dita appoggiate sulla zona del cuore, il torace privo di peli seminudo ed in rotazione. La mano destra mostra tre dita che appaiono in primo piano, gli occhi leggermente strabici, scuri e un po’ arrossati, attraggono e si fanno guardare, conducendo l’osservatore alla mano rivolta verso il cielo perché egli possa alzare lo sguardo, al di fuori del dipinto, e tutto nella raffigurazione porta a Dio. Rispetto ad altri San Giovanni che indicano la Croce raffigurati da altri autori, l’opera di Leonardo è carica di spiritualità, come afferma anche da Picasso nella frase “Da Vinci promette il Paradiso: guardate quel dito alzato”. L’opera è stata esposta anche a Milano nel 1939 e nel 2009, e nel 2010 a Roma grazie alle sinergie tra ENI e Louvre ed è lo stesso museo che ha recentemente concluso, nel 2016, il restauro dell’opera.

Fabio Bonaiuti