• Filippo Brunelleschi
  • 1417/1436
  • Piazza della Santissima Annunziata – Firenze

Questo edificio è opera di un minuzioso progetto ideato inizialmente da Filippo Brunelleschi, a cui si deve il loggiato esterno, e terminato da alcuni collaboratori. Venne commissionato dall’Accademia della Seta, di cui si trova lo stemma nella facciata esterna. È il primo orfanotrofio pubblico europeo e ciò si può capire dal suo nome: il termine spedale infatti deriva dal dialetto fiorentino ed è una forma aferetica di ospedale, a cui appunto venne tolta la prima lettera. Degli Innocenti sarebbe da intendersi come dei bambini abbandonati, facendo riferimento biblico all’episodio della strage degli innocenti. Questo progetto è da considerarsi come una delle prime architetture rinascimentali, infatti venne costruito a partire dal 1419 e terminato nel 1427. Inoltre contiene al suo interno la maggior parte delle caratteristiche tipiche di questo periodo ed essenziali anche per la comprensione di Filippo Brunelleschi.

Tra i suoi collaboratori eccelle Francesco della Luna che si occupò di una sala destinata ad essere il dormitorio dei bambini e proseguì la costruzione degli spazi femminili e soprattutto del chiostro delle donne. A lui si devono anche tutte le finestre che soprelevano il portico, questo dettaglio in particolare modificò il progetto iniziale. Il portico infatti doveva essere sormontato da una semplice tettoia a spiovente. Furono poi apportate altre modifiche all’idea di Brunelleschi come attestano alcuni suoi biografi.
Nel 1842 furono rovinate alcune colonne a causa di un terremoto ed è per questo che tre anni più tardi venne avviato un restauro da parte di Leopoldo Pasqui. Al di sopra del portico si trova il Museo degli Innocenti, in fase di ampliamento già dal 2006. Quest’architettura è un edificio monumentale considerato patrimonio artistico nazionale, come appare nell’elenco dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti.

L’armonioso loggiato esterno maschera alcuni locali: il dormitorio, le cucine, una chiesa ed il refettorio; tutti si affacciano su un cortile a pianta quadrata. Il loggiato è lungo 71 metri ed è composto da nove campate aventi archi a tutto sesto e volte a vela che si innalzano sopra a colonne in pietra serena; quest’arenaria, insieme all’intonaco bianco, crea un ottimo senso di equilibrio. Il tutto risulta molto leggero ed elegante grazie alla gradinata da cui è rialzato. Evidenti sono il modulo ed il rispetto di canoni geometrici che l’artista decise di applicare. Il modulo da considerare è lungo circa 5,84 metri ed è da calcolare tra i due punti esterni delle basi delle colonne, si ripete poi nell’altezza delle stesse, dalla base al pulvino, nel diametro degli archi, nella larghezza del portico e nell’altezza del piano sovrastante se misurata aldilà del cornicione. Se si dimezza questo modulo si potranno trovare l’altezza delle finestre ed il raggio delle volte, se infine si raddoppia si trova l’altezza dal calpestio fino all’inizio delle finestre.

Il piano superiore probabilmente non faceva parte del progetto di Brunelleschi e risale a dopo il 1435. Sotto al portico si trovano alcuni affreschi di un artista che risiedeva proprio nello Spedale di nome Bernardino Poccetti. All’interno si trovano due chiostri: uno per gli uomini e uno per le donne. In quest’ultimo Brunelleschi realizzò alcune colonne in stile ionico. La chiesa venne chiamata Santa Maria degli Innocenti, rimodernata interamente da Bernardo Fallani. L’altare maggiore risale al Seicento e proviene dalla chiesta distrutta di San Pier Maggiore. Questo è ornato da un’Annunciazione realizzata da Giovanni Antonio Sogliani e Mariotto Albertinelli. Nella chiesa sono conservate la fonte battesimale trecentesca e una tela risalente al ‘600 della Vergine in gloria fra i Santi Martino e Gallo di Matteo Rossi. Nel museo dello Spedale si trovano molte opere importanti, tra cui l’Adorazione dei Magi di Domenico Ghirlandaio, la Madonna con Bambino e angelo di Sandro Botticelli e la Madonna degli Innocenti di Jacopino del Conte. Sono conservati al suo interno anche oggetti che testimoniano la presenza di 140 bambini orfani. Questi erano segni di riconoscimento che i genitori lasciavano loro come pezzetti di stoffa, bottoni o medagliette.

La vita nello Spedale degli Innocenti era possibile anche grazie al finanziamento che tutti gli iscritti dell’Accademia della Seta dovevano versare. I bambini furono fin da subito numerosi, infatti ne sono registrati 260 nel 1448, fino ad arrivare a più di 3000 nel 1681. All’interno dell’edificio i maschi venivano educati con studi essenziali ed in seguito mandati nelle botteghe per poter imparare qualche mestiere, mentre le fanciulle venivano usualmente tenute per curare il funzionamento della struttura o per lavorare per l’Arte della Seta. Oggi l’architettura ospita due asili nido, tre case famiglia per bambini in affido e madri in difficoltà, una scuola materna e alcuni uffici dell’Unicef. Nondimeno è diventato il punto di riferimento nazionale ed europeo per la promozione della cura dei diritti dell’infanzia. A Firenze sono ancora molto diffusi i cognomi “Innocenti”, “Nocentini” e “Degl’Innocenti” che venivano dati proprio ai trovatelli.

Laura Fiocchi 

Approfondimenti

museodeglinnocenti.it