• Leon Battista Alberti
  • IX sec., XII sec., 1447/1503 rifacimento.
  • Rimini

Il Tempio Malatestiano è una chiesa dedicata a San Francesco che nel corso del XV secolo fu ampliata e trasformata da Sigismondo Pandolfo Malatesta e nel 1890 fu adibita a cattedrale.
Dal XIV secolo fu scelto dai Malatesta, i signori della città, come luogo della loro sepoltura e per questo motivo venne arricchito di altari, cappelle e dipinti, alcuni dei quali realizzati da Giotto. L’esterno è opera di Leon Battista Alberti e presenta una maestosa facciata ispirata alle forme dell’arco trionfale romano. La costruzione poggia su un alto basamento in pietra d’Istria, incorniciato da cordoni tratti dalla base dell’Arco di Augusto e decorato con un fregio a bassorilievo composto da ghirlande, caratteristiche dell’ornamento malatestiano. Le ghirlande contengono ed alternano quattro tipi di cui malatestiani: l’elefante, la “I” e la “Sintrecciate, la doppia fascia a scacchi e il fiore d’Isotta. sui lati si aprono sette arcate suddivise da pilastri: quelle di destra ospitano sarcofagi rilevanti della corte malatestiana, mentre quelle di sinistra sono rimaste vuote.

L’ordine superiore è incompiuto; la facciata avrebbe dovuto concludersi con un grande arco contenente una trifora, affiancato da alzate triangolari ornate superiormente da due volute. Sul lungo fregio della facciata, un’iscrizione celebra Sigismondo come mecenate e dichiara il carattere votivo dell’edificio. Sui fianchi dei pilastri angolari, invece, è presente un’epigrafe nella quale Sigismondo dichiara di dedicare il tempio a Dio Immortale e alla città, dopo essere scampato ai pericoli della guerra italica. Mentre l’esterno del tempio è essenziale, l’interno è caratterizzato da un goticismo decorativo e sontuoso, che si può considerare aderente al gusto tradizionale della corte.

Il rinnovamento dell’interno venne affidato a Matteo de’ Pasti, il cui stile legato ancora al gotico, porta ad un evidente contrasto architettonico con l’esterno, ispirato a forme classiche rinascimentali. L’interno, ad una sola navata, si presenta con ampie arcate a sesto acuto con vivaci decorazioni ed è caratterizzato da sei cappelle laterali, chiuse da transenne di marmo. Tra queste, di notevole interesse artistico ricordiamo la Cappella dei Pianeti, così detta per le raffigurazioni a bassorilievo dei pianeti e dei segni zodiacali ad essi corrispondenti. Sotto il segno del Cancro si può ammirare una veduta di Rimini all’epoca malatestiana. La Cappella degli Antenati ospita invece l’opera di grande valore artistico di Agostino di Duccio: L’Arca degli Antenati e dei Discendenti in cui Sigismondo volle fossero riunite le spoglie dei suoi antenati. Altri bassorilievi di grande importanza si possono ammirare nella Cappella di San Michele detta degli Angeli Musicanti, sempre attribuiti ad Agostino di Duccio.

Nella cappella di San Sigismondo, sui pilastri sono state scolpite Le Virtù Teologali e Cardinali, tra le quali manca la Giustizia. Nel tempio si possono ammirare il crocefisso di Giotto e un affresco di Piero della Francesca. L’unico punto in comune tra interno ed esterno, è la volontà celebrativa: all’esterno la rappresentazione dell’uomo, mentre all’interno un’enfatica esaltazione del signore e della sua corte, della potenza e della sua ricchezza, che si traduce in un insieme decorativo raffinato e dispersivo. Il Tempio Malatestiano è la manifestazione più alta e tipica della cultura e del gusto della corte di Sigismondo, una cultura di tipo napoleonico volutamente e costantemente lontana dalla realtà.

Micol Vesco

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