• 1253 a.C. circa
  • Altezza 33 metri, Larghezza 38 metri
  • Roccia
  • Abu Simbel – Egitto

Abu Simbel è un sito archeologico egiziano collocato nel governato di Assuan. Il complesso archeologico è costituito da due templi incavati nella roccia della montagna  sotto il regno del faraone Ramses II, questi templi furono costruiti sia per intimidire i Nubiani, sia per celebrare la vittoria della Battaglia di Kadesh. Il sito, scoperto dallo svizzero Johann Ludwig Burckhardt nel 1813, è stato riconosciuto come patrimonio dell’UNESCO nel 1979. Con una facciata di 33 metri di altezza e 38 metri di larghezza, è la più grande opera costruita sotto il regno di Ramses II, in cui spiccano le quattro statue di 20 metri, rappresentanti il sovrano mentre indossa il copricapo chiamato “Nemes” e con il cobra sulla fronte.

Ai fianchi del re vi sono la madre da un lato, e la moglie Nefertiti da un altro, mentre i figli sono tra le ginocchia. Nel lato del tempio, sopra le statue principali, sono presenti 14 statue di babbuini che guardano verso est attendendo la nascita del sole, e probabilmente in origine le scimmie erano 22 o 24. A una delle statue rappresentanti il faraone, a causa di un terremoto, è caduta la testa. Sopra alla porta di entrata è rappresentato in una statua il dio Falco (Ra’ Ho Akhti) unito al disco solare che, collegato mediante la mano destra ad uno scettro che rappresenta la trasformazione, detta WSR. È unito inoltre con la mano sinistra, all’immagine della dea Maat, che rappresenta la giustizia. Questi due simboli insieme al dio falco, rappresentano il cartiglio di incoronazione di Ramsete.

Ai lati delle statue è presente Hapy dio del Nilo rappresentante l’abbondanza, mentre lega i fiori di loto (simbolo dell’Alto Egitto) con i fiori di papiro (simbolo del Basso Egitto), rappresentando quindi l’unione del paese. In basso a destra a queste scene sono rappresentati prigionieri asiatici legati, mentre a sinistra prigionieri africani, sempre legati tra loro. L’entrata conduce ad una sala di undici piloni, otto rappresentano il faraone nei panni di Osiride, mentre sul soffitto vi sono disegni rappresentanti la dea Mut. Nelle pareti di destra sono rappresentate scene della vittoria della battaglia di Kadesh, mentre sulla sinistra vi sono raffigurate le imprese di Ramses. Si entra poi in una sala più piccola, dei nobili con quattro piloni con bassorilievi rappresentanti il faraone con varie divinità.

Nelle pareti sono presenti scene in cui Ramsete fa offerte alla barca di Amon, questa sala porta al Sancta sanctorum che contiene quattro statue di PtahAmon-Ra, Ramses II in posizione seduta. In questa camera, due volte l’anno, nelle date di nascita e di incoronazione del faraone, puntano i primi raggi di sole sul volto di Ramses, ricaricandolo di energia. Il fenomeno astronomico non è casuale, ma è il frutto del preciso calcolo degli antichi architetti egizi che hanno scolpito nella roccia il tempio del faraone, prevedendo la penetrazione dei raggi solari in occasione della sua nascita (22 febbraio) e dell’incoronazione (22 ottobre). A nord del tempio maggiore, è presente un altro tempio dedicato ad Hathor e a Nefertiti. Le dimensioni sono minori, la facciata è larga 28 metri e alta 12 metri, ed è decorata con sei statue da dieci metri che raffigurano quattro volte Ramsete e due volte la moglie, mentre ai lati del marito, vi sono i figli ed ai lati della moglie sono rappresentate le figlie. È l’unico caso tra i templi egizi in cui la donna ha la stessa importanza dell’uomo. All’interno del tempio vi è una stanza in cui sono presenti statue da tre metri e venti, in cui è scolpito il volto di Hathor. Sulle pareti sono rappresentate scene in cui Nefertari e il marito offrono doni agli dei, nell’ultima sala c’è la statua della dea Hathor.

Tommaso Buttelli, Cristiano Contini, Andrea Di Carlo, Sabattini Giacomo.