L’Ara Pacis Augustae è un altare commissionato dal Senato Romano per celebrare le vittorie dell’imperatore Augusto in Spagna e nelle Gallie, e per aver portato la pace nel Mediterraneo. Il monumento è stato inaugurato il 30 gennaio del 9 a.C. con una grande cerimonia alla quale partecipò tutta la famiglia imperiale. Esso si ergeva all’interno del Campo Marzio, accanto alla via Lata, vicino al pomerio, dopo il “Lucus Lucinae”. L’opera architettonica è costruita in marmo ed è formata da un recinto rettangolare di dimensioni 11,65×10,62 m. Suddetto monumento presenta due porte d’accesso opposte tra loro, larghe 3,60 m. Per accedere è necessario salire dei gradini. All’interno del recinto sopra  tre gradini c’è un altare, mentre bisognava salirne altri cinque per raggiungere la mensa, piano su cui si celebravano sacrifici. All’interno del recinto, nella parte inferiore, si possono notare delle scanalature verticali, decorazioni molto presenti negli altari romani.  Nella parte superiore, invece, sono scolpiti festoni sorretti da bucrani (crani di buoi con ghirlande). L’altare è decorato da personaggi femminili in rilievo sullo zoccolo, mentre nella parte superiore  sono intarsiati girali poggiati su leoni alati ed è anche presente un piccolo fregio che si estende per tutto l’altare sia all’interno che all’esterno. Inoltre sul luogo del sacrificio si può notare l’atto della “consecratio”. Sono anche raffigurate Vestali, il Pontefice Massimo, i sacerdoti e gli animali destinati ai souvertaurilia (sacrificio del maiale, della pecora e del toro).

L’esterno è intervallato da lesene marmoree con capitelli corinzi per il verticale . Questi si oppongono ai  due registri decorativi orizzontali. Essi sono separati da una fascia con motivo a svastica. La zona inferiore è la medesima su tutte e quattro le facciate ed è costituita da girali d’acanto che si allungano simmetricamente da un cespo posto al centro di ogni pannello. Nell’area superiore le decorazioni  sono diverse sulle quattro facciate. Sui lati lunghi i bassorilievi ritraggono scene allegoriche e mitologiche e su quelli corti scene storiche celebrative che hanno scopi propagandistici. Nella parte inferiore a sinistra della scalinata è raffigurata la “Pace” o la “Terra” per altri, rappresentata come una donna giovane e florida che tiene in braccio due neonati, di fronte, in basso ci sono una pecora, un bue, piante palustri e fiori. Ai due lati della figura femminile ci sono due fanciulle seminude, una seduta su un cigno (simbolo dell’aria) e l’altra su un mostro marino (metafora dell’acqua).  È stato purtroppo perduto il fregio a destra della porta, si pensa che rappresenti il parallelo della “Pace”: la “Dea Roma”.

Sul fianco anteriore a sinistra della porta d’ingresso c’è il fregio che rappresenta  il “Lupercale”, luogo in cui Romolo e Remo secondo la leggenda sarebbero stati allattati dalla Lupa. Di questa parte purtroppo resta poco, solo parte di una persona, probabilmente il pastore Faustolo e il personaggio di Marte, inoltre si può dedurre dal paesaggio lacustre che il luogo ritratto si trovi sulla riva del Tevere, all’altezza del Velabro.Sulla destra della porta è rappresentato il sacrificio della scrofa dai trenta porcellini ai Penati (tempio che si scorge in alto a sinistra) compiuto da Enea, poi è ritratta una figura che si appoggia su un bastone, presumibilmente Acate e sono presenti anche  gli addetti ai sacrifici. Nei lati corti sono riprodotti due gruppi di persone. L’ambientazione è dubbiosa e ci sono diverse interpretazioni. Una è l’occasione in cui il monumento è stato inaugurato con la famiglia reale al completo e l’altra è l’accoglienza ricevuta da Augusto dopo le campagne vittoriose in Spagna e Gallia.

Il bassorilievo  più significativo è quello ad est in cui è presente la famiglia imperiale disposta secondo un ordine definito secondo l’importanza. Tutte le figure sono togate, questo particolare sta a rappresentare lo “status quo” . Il personaggio più importante è Augusto con il capo velato, al suo seguito due, quattro Flamini dotati di elmo apicato e un “sacenator” che sorregge una scure, poi Agrippa e il figlio Caio Cesare, Giulia, figlia di Augusto, Tiberio, Antonina Minore, sorella di Augusto con il figlio Germanico e il marito Druso. Infine Antonina Maggiore con i due figli Domizio e Domizia, seguono infine Lucio Domizio Enobarbo e Mecenate. Il lato ovest non è stato ben conservato come l’altro e molte sono le teste mancanti, in questo fregio è presente il seguito della processione. Si scorgono sacerdoti, persone togate e un gruppo di donne e bambini. Tra le figure femminili si possono riconoscere alcune vedove della famiglia imperiale, questo è possibile grazie agli abiti indossati.

Pezzi dell’Ara Pacis vennero trovati nel 1568 per la prima volta. Essi vennero dipartiti tra il Gran Duca di Toscana (con il conseguente trasferimento a Firenze), il Museo del Louvre e i Musei Vaticani. Alcune delle parti decorate, invece, furono murate sulla facciata di Villa Medici e ad oggi sono  situati lì. Durante i lavori di ristrutturazione nel 1859 del Palazzo Fiano, altri blocchi marmorei furono scoperti. Il merito di questo ritrovamento fu dell’archeologo tedesco Federico Von Dühn. Dal 1903 al 1937 furono approvati i primi scavi archeologici che portarono alla luce la struttura principale. Poi fu il turno di Giuseppe Moretti che aiutato da Guglielmo Gatti, dovette recuperare o fare delle copie delle varie parti cosicché fosse possibile il riassemblamento. Lo stesso Mussolini si interessò così tanto all’Ara Pacis che fece costruire un padiglione nei pressi del Mausoleo di Augusto. Il progetto venne però semplificato perché si pensava che il monumento sarebbe rimasto lì solo per poco tempo. A causa dei gas di scarico, vibrazioni, polveri e della guerra, il monumento ebbe conseguenze negative visto che la sua locazione non era variata. Questo portò al bisogno di una repentino cambiamento riguardo al posizionamento. Per non danneggiarlo ulteriormente e grazie ad un progetto di “musealizzazione”, finalmente l’Ara Pacis  non sarebbe stata più danneggiata vista la giusta protezione  creata: il Museo dell’Ara Pacis a Roma. Inaugurato il 21 Aprile 2006, è stato progettato dall’architetto Richard Meier, che tenendo conto di fattori vitali per la conservazione, è riuscito a creare il luogo ideale per questo magnifico manufatto dell’Arte Romana.

Matilde Marchioni

Approfondimenti

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