• Mirone
  • 149 cm e 156 cm
  • 450 a.C.
  • Bronzo (originale) – Marmo (copia)
  • Musei Vaticani – Roma

Antico gruppo scultoreo risalente al 450 a.C., il cui esemplare originale venne realizzato in bronzo e del quale oggi restano solamente copie frammentarie e marmoree eseguite in tempi successivi, Atena e Marsia è un’importante opera appartenente al periodo greco, scolpita dal celebre artista Mirone. Sebbene siano molteplici, la riproduzione qui presentata è quella conservata ai Musei Vaticani di Roma, considerata, inoltre, come la migliore tra tutte le altre ricostruzioni in marmo, come ad esempio la statua raffigurante il corpo privo di arti della sola Atena, collocata al museo del Louvre o alla copia, anch’essa senza braccia, della medesima figura posta alla Liebieghaus di Francoforte.

Con i suoi rispettivi 149 cm di altezza per il personaggio di Atena e 156 cm per quello di Marsia, la scultura rappresenta la scena di un mito che ha come protagonisti la dea greca per eccellenza e il sileno, secondo alcune versioni, figlio di Eagro. Atena è raffigurata nell’istante dopo aver gettato al suolo l’aulos, tipico flauto a doppia canna che sarebbe stato inventato dalla divinità stessa, raccapricciata da come lo strumento la faceva apparire. Marsia, attratto dal suono dell’aulos, è colto nell’attimo in cui tenta disperatamente di impadronirsi dello strumento musicale.

Ci troviamo di fronte a due forme in grado di trasmetterci sensazioni contrastanti. La figura femminile di Atena, ritratta in posa frontale, dai lineamenti dolci, semi-nascosti da un’aderente toga scolpita in tutto e per tutto in modo impeccabile, con tanto di pieghe e cintura che va ad evidenziare la conformazione “a clessidra” tipica di molte donne, dona un senso di staticità. Al contrario, la posa assunta dal personaggio di Marsia, rappresentato completamente nudo, è in grado di trasmettere un notevole dinamismo, reso dalla sua postura obliqua ed instabile e dall’evidente effetto di moto applicatogli argutamente da Mirone.

Martina Sancini