• William Turner
  • 1796
  • 91,5×122,2 cm
  • Olio su tela
  • Tate Britain – Londra

Pescatori in mare è un olio su tela di medie dimensioni composto dal pittore inglese in giovane età, ed inizialmente presentato come sua nuova opera alla Royal Academy. Turner infatti era già abbastanza noto nel suo campo, e poteva vantare ammiratori della classe aristocratica londinese. Nel suo primo dipinto a olio Turner mette in risalto uno dei contrasti più discussi dellepoca, quello tra Uomo e Natura.

L’opera fin da subito piacque molto ai critici, che accolsero favorevolmente l’artista; John William in particolare definì il dipinto come “Una delle maggiori prove di una mente originale”. Notiamo subito come la Natura domini l’intera composizione. Si tratta infatti di una scena notturna, in cui un gruppo di pescatori, intenti nel proprio lavoro, mentre sulla loro imbarcazione si abbatte il mare mosso, preceduta da una seconda barca poco più avanti. E mentre le onde quasi sovrastano i fragili pescherecci, una fioca luce di una lanterna cerca di illuminare ulteriormente la scena per favorire la pesca. Un trio di gabbiani in basso a destra, intento a pescare, risalta, con il loro bianco acceso, in contrasto con il colore verde scuro delle acque, che fanno intendere anche la profondità  consistente del mare.

Tuttavia protagonista del dipinto è la luce della luna, penetrante tra le nubi nere. Rappresentativo della forza della Natura, il satellite terrestre illumina in maniera estremamente realistica la scena,  imponendosi totalmente sulla luce della lampada ad olio. Ciò che non viene colpito dall’illuminazione lunare infatti viene appena delineato dal pittore, e reso con colori freddi, scuri e angosciosi  quasi a volerlo rendere invisibile. Al contrario invece, le nubi, le onde, e l’imbarcazione centrale, vengono investiti dal bagliore, che sembrerebbe essere mostrato come salvatore dei piccoli pescatori. In realtà è in atto nel dipinto una sfida tra l’uomo e la Natura, tipica del Romanticismo di quel periodo, che vede la Natura come un entità spaventosa, imponente, ma soprattutto Sublime. La luce della luna così sovrasta l’uomo, e la sua imbarcazione; ma in particolare sovrasta la luce della lanterna dell’uomo, rappresentante della speranza dell’umanità.

Viene così messa allo scoperto la debolezza dei marinai, ancora non consapevoli della presenza, in fondo a sinistra, dei pericolosi scogli aguzzi. La corrente infatti, diretta verso quelle rocce imponenti, sembra stia portando gli uomini incontro ad una morte inevitabile. Grazie a questi scogli possiamo anche contestualizzare geograficamente la scena, si tratta infatti di alcune delle rocce presenti nello Stretto della Manica, in particolare presso l’isola di Wight, e che vengono comunemente chiamate “Aghi”, per la loro forma aguzza.

Nel suo primo dipinto a olio Turner mette così in risalto uno dei contrasti più discussi dell’epoca, quello tra Uomo e Natura. Contornata da un cielo nero pece, la Luna, simbolo della forza della Natura, con il suo colore giallo acceso, illumina i particolari più importanti della scena. L’imbarcazione tremolante, gli scogli aguzzi in lontananza e le onde agitate, determinano la conclusione drammatica della composizione. Attorno, a completare il dipinto, non potevano mancare quei colori freddi, scuri e angosciosi, tipici del pittore londinese. L’acquirente dell’opera nella sala di esposizione, sappiamo essere un certo “generale Steward”, secondo la testimonianza di Walter Thornbury, che lo pagò 10 sterline. Successivamente il quadro sarà acquistato nel 1972 proprio dal Tate Britain, ed esposto al pubblico di Londra.

Samuele Tocco